L’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio evidenzia un rallentamento del PIL italiano e una fragilità dei consumi. L’incertezza economica influenza negativamente le decisioni di consumo e investimento.
Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi, sottolinea la necessità di cautela nei giudizi economici, evitando cambiamenti repentini di valutazione. La produzione industriale in calo dimostra le difficoltà del sistema imprenditoriale. A maggio, l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato una variazione negativa dello 0,3% rispetto al mese precedente e rispetto a maggio 2023, a causa delle vendite di auto in calo e della riduzione delle presenze turistiche a partire da aprile. Nonostante il miglioramento del mercato del lavoro, è previsto un possibile rallentamento entro fine anno.
L’inflazione è sotto controllo, con una stima di aumento dello 0,2% mensile e dello 0,9% annuale per giugno. Tuttavia, i tassi d’interesse reali elevati, causati da un taglio inferiore delle attese da parte della BCE, rappresentano una sfida per le imprese italiane. La stabilità dell’inflazione potrebbe rafforzare il potere d’acquisto e sostenere la crescita dei consumi e del PIL. Per il secondo trimestre del 2024, il PIL è stimato in calo dello 0,1% congiunturale, ma ancora in crescita dello 0,7% tendenziale. I servizi e il turismo potrebbero contribuire a una ripresa a partire da luglio.
Per approfondire Congiuntura Confcommercio