Il Castello di Carlo V a Crotone è chiuso per la presenza sul suo suolo di materiale altamente pericoloso e le operazioni di bonifica stentano a partire; a Le Castella la fortezza Aragonese non è visitabile per questioni burocratiche legate all’affidamento della gestione.
È questa la fotografia di un territorio privato, ormai da troppo tempo, di alcune delle sue principali attrattive.
Da tempo associazioni, comitati, imprese e cittadini chiedono, invano, alle istituzioni di intervenire ed evitare il protrarsi di una chiusura che giorno dopo giorno danneggia le attività economiche legate al turismo archeologico e museale, sgretolandone sempre più le già deboli fondamenta.
“Siamo a fianco delle imprese che invocano l’intervento risolutivo di questa annosa vicenda, perché la loro battaglia è la battaglia di tutti i cittadini e dell’intero territorio provinciale” commenta Emilia Noce, Presidente FIPE di Confcommercio Crotone.
“La chiusura dei castelli di Crotone e Le Castella – continua la Presidente FIPE Crotone – colpisce duramente centinaia di imprese che vivono della presenza dei turisti, dei visitatori, delle scuole, e di coloro che, anche di passaggio, si recano nelle nostre città attratti dalla presenza di questi straordinari monumenti, non bisogna affrontare il problema come se si trattasse di situazioni distanti rispetto la collettività, perchè l’economia legata a queste attrazioni turistiche rappresenta una parte fondamentale per lo sviluppo dell’intero territorio provinciale”.
I numeri legati alla vicenda sono allarmanti: le gite scolastiche che portano introiti anche nei mesi di aprile-giugno, portano ogni anno, nella sola Le Castella, circa 6.000 studenti; una perdita ancora più rilevante se si considera che si è perso il turismo che riguarda indirettamente gli accompagnatori dei ragazzi e gli stessi genitori, i quali, rimasti incantati dalla bellezza dei nostri territori, li preferivano per le loro vacanze estive.
Tutto questo, aggravato da un incomprensibile immobilismo, non può che tradursi in una perdita commerciale per i ristoranti, i laboratori e tutte le attività che ruotano intorno a questi due simboli della Calabria.
“La richiesta di aiuto degli operatori economici coinvolti non deve rimanere inascoltata -conclude Emilia Noce- deve crescere la consapevolezza che è diritto di tutti godere, in sicurezza, del patrimonio storico e culturale presente sul territorio che rappresenta la principale attrazione non solo turistica, ma soprattutto economica della Provincia”.