Possono essere riscattati i periodi di lavoro parasubordinato prima del 1996 omessi dal datore di lavoro o anche quelli dedicati allo studio. Ecco come fare e i documenti necessari
Per anticipare la pensione con Quota 100 è necessario aver compiuto 62 anni di età e avere 38 anni di contributi versati. Se per il requisito anagrafico c’è poco da fare, se non attendere il 62° compleanno, per quello contributivo è possibile cercare di aumentare gli anni maturati presso le gestioni Inps. Ad esempio, si può fare ricorso al riscatto del corso legale di studi o dei periodi scoperti da contribuzione.
A volte, da un controllo del proprio estratto conto contributivo, può capitare di trovarsi di fronte a periodi di vuoto contributivo anche se corrispondenti ad assunzioni con regolare contratto di lavoro, dipendente o di collaborazione. In tutti questi casi, si potrà tentare di riscattare i periodi che risultano privi di contribuzione, qualora si riesca a dimostrare l’effettiva esistenza di un rapporto di lavoro o di collaborazione, presentando tutta la documentazione in proprio possesso.
Per i periodi prima del 1996 mancanti di contribuzione dovuta dal committente per rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto, è previsto un riscatto ad hoc stabilito dall’articolo 51, comma 2, della legge n. 488 del 1999.
Infatti, il nostro ordinamento riconosce a tutti lavoratori iscritti alla Gestione Separata la possibilità di recuperare gli anni di lavoro parasubordinato antecedenti al 1° aprile 1996, anno di istituzione della Gestione stessa, ritenendoli validi per il riscatto contributivo e quindi per la pensione.
Cosa è riscattabile
Fino a un massimo di 5 anni sono riscattabili i periodi di lavoro prestati in forma di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto. Non possono essere, invece, riscattati periodi di attività lavorativa prestata in qualità di libero professionista e neppure periodi successivi a 1° aprile 1996 per i quali l’omissione contributiva sia dovuta al datore di lavoro. In quest’ultima ipotesi sarà possibile recuperare la contribuzione omessa mediante la costituzione della rendita vitalizia.
Chi e come esercitare il riscatto
Il riscatto di contribuzione ante 1996 può essere esercitato dal diretto interessato, o dai suoi superstiti, in qualsiasi momento a condizione che per i periodi interessati non risulti presente alcuna forma di copertura contributiva, presso altre forme di assicurazione obbligatoria, e purché si possa provare l’effettiva esistenza dei periodi di collaborazione attraverso documenti con data certa. È necessario, quindi, presentare documentazione – quale, ad esempio, contratto, dichiarazione dei redditi, ricevuta degli emolumenti erogati – redatta al momento dello svolgimento della prestazione lavorativa che permetta di comprovare l’effettivo svolgimento del rapporto di collaborazione, la sua durata ed i compensi percepiti da chi richiede il riscatto. Solamente nel caso in cui vengano rilasciate da un Amministrazione Pubblica e siano sottoscritte da un funzionario responsabile, l’Inps accetta anche dichiarazioni rese ora per allora.
I costi
Ricorrere a questo tipo di riscatto comporta per chi ne fa richiesta il dover sostenere un onere che viene calcolato sulla base dell’aliquota pensionistica della Gestione Separata, in vigore alla data della domanda.
L’aliquota viene applicata sul compenso percepito nei periodi oggetto del riscatto, rivalutato con l’applicazione della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo per famiglie di operai e di impiegati, rispetto all’anno precedente.
Il richiedente potrà sostenere l’onere in unica soluzione, entro 60 giorni dalla data di comunicazione del provvedimento stesso, o in un massimo di 60 rate di uguale importo con la maggiorazione degli interessi legali al tasso in vigore alla data di presentazione della domanda.
In evidenza
Il riscatto dei periodi contributivi non coperti, appare oggi più costoso rispetto al passato a causa dell’aumento che le aliquote contributive della Gestione Separata hanno subito negli ultimi anni. Ma, tenendo conto anche della possibilità di cumulare gratuitamente i periodi contributivi maturati nelle varie gestioni previdenziali obbligatorie, può rappresentare uno strumento utile per raggiungere i 38 anni di contribuzione per il pensionamento anticipato in Quota 100.
Dal conteggio, però, sono esclusi periodi di contribuzione presso le casse professionali che, invece, rimangono validi per il pensionamento anticipato ordinario. Per questa opzione i requisiti richiesti, fino al 2026, sono 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Per qualsiasi problema attinente all’argomento trattato e per problemi strettamente previdenziali 50&PiùEnasco può fornire un adeguata consulenza .