Per il presidente di Confcommercio “l’economia è purtroppo entrata in una fase di rallentamento”. “L’Italia ha bisogno di connessioni rapide, efficienti e sicure”. “La manovra dovrebbe coniugare crescita e conti”. Manovra: “la crescita dello spread è motivo di preoccupazione”.
Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, ha presentato i temi che saranno trattati nel corso del forum Internazionale di Conftrasporto di Cernobbio. “L’economia – ha detto Sangalli – è purtroppo entrata in una fase di rallentamento”. “Sulle correzioni al ribasso del Pil e dei consumi per il 2019 del nostro Ufficio Studi pesano certamente i difetti strutturali della nostra economia: eccesso di pressione fiscale, burocrazia, carenze logistiche e deficit di legalità”. Sangalli si è quindi augurato che la manovra di bilancio “realizzi quella sintesi necessaria tra le misure per la crescita economica e il rispetto delle regole della finanza pubblica”.
“Tra i difetti strutturali ci sono anche quelli che riguardano i trasporti e la logistica; le carenze infrastrutturali del nostro Paese ci fanno perdere circa 34 miliardi di euro l’anno, cioè due punti di Pil; i nostri autotrasportatori subiscono la concorrenza sleale di operatori esteri; le nostre merci viaggiano più lentamente e con maggiori costi”. “Il nostro è un Paese ancora largamente disconnesso un Paese che non è riuscito a far funzionare l’intermodalità.
Senza peraltro far rispettare il principio chi meno inquina meno paga, principio che dovrebbe premiare con minori tasse chi usa veicoli più puliti, cosa che da noi purtroppo non avviene”.
“Per fortuna – ha aggiunto Sangalli – c’è anche una buona notizia: il traffico merci delle autostrade del mare nei porti italiani è cresciuto del 43% negli ultimi dodici anni. E’ evidente che in questo scenario, anche grandi opportunità di crescita per il Paese, come la “Nuova via della Seta”, rischiano di trasformarsi in occasioni mancate. In via generale, servono più investimenti, bisogna rimettere in moto i cantieri.
E le risorse stanziate non mancano perché nell’ultimo Documento di economia e finanza c’è, per le infrastrutture, un quadro di programmazione di risorse da 110 miliardi di euro. Una programmazione preziosa per un Paese che, nell’ultimo decennio, ha accumulato un deficit infrastrutturale pari a 60 miliardi di euro. Le risorse, dunque, ci sono. Ma vanno semplificate le procedure previste dal Codice degli appalti, visto che in Italia servono, in media, 15 anni per realizzare un’infrastruttura strategica di trasporto”.
“L’Italia tutta, a cominciare da Genova e dalla Liguria – ha concluso Sangalli – continua ad avere bisogno di connessioni rapide, efficienti e sicure. Da qui bisogna partire per evitare di perdere un intero comparto che è di fondamentale importanza per l’economia e le prospettive di crescita del Paese.
Una nuova rotta per il futuro del settore noi l’abbiamo già da tempo individuata: promozione dell’accessibilità dei territori quale indispensabile leva competitiva; riduzione del peso delle accise, contrasto all’abusivismo e conferma delle risorse per una maggiore competitività delle imprese di autotrasporto; una strategia uniforme d’intervento sui porti e sulla “Nuova Via della Seta” che tuteli gli interessi nazionali; il completamento del processo di apertura alla concorrenza nel trasporto ferroviario e l’adeguamento della rete agli standard tecnici europei”.